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Giornale del cilento

Natalia E Woytasik

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Giornale del cilento

Dall'Unione Sovietica al Cilento passando per la Germania:
l'arte di Natalia Woytasik da Kandinsky alle "corner picture"
Giuseppe Galato • 27 gennaio 2012 08:56

Natalia Woytasik, classe 1967, nipote di un anarchico polacco e figlia di una rifugiata politica perseguitata dai bolscevichi.
Studia arte al Freie Kunstschule Rhein-Neckar di Mannheim dove inizia a sviluppare la propria concezione di arte.
Natalia realizza i propri lavori ponendo in essi idee basate su un mondo fatto di pensieri ambivalenti e protesta, concetti che vengono canalizzati all'interno delle sue opere anche grazie all'uso di filmati alla stregua di pubblicità televisive, foto crepuscolari e collages.
Dal 2005 abita a Sapri, nel Cilento, dopo aver vissuto per anni in giro per la Germania.
Abbiamo voluto intervistare questa artista dalle tante sfaccettature per capire meglio anche come gli spostamenti geografici possano influenzare l'arte e la comunicazione.

D: Sei di origini tedesche: quando e perché ti trasferisci nel Cilento, a Sapri?
R: Ho vissuto prima a Berlino, a Prenzlauer Berg, poi nella Germania del sud, Mannheim, dove ho studiato arte. Ora vivo a Sapri. È tutto accaduto in un attimo. Nel 2005 ho deciso di trasferirmi a Sapri perché lavorare nel sud Italia, per un artista, è più economico.

D: Come definiresti la tua arte?
R: Libera.

D: Ti piacerebbe parlarci dei tuoi lavori?
R: A Berlino iniziai a fare delle “corner picture” (dipinti fatti agli angoli di abitazioni, ndr), delle dimensioni di una stanza, sulle pareti, a dare un effetto tridimensionale. Era il 1998. Iniziai a pensarci e a idealizzarlo in Russia, a Mosca, in un café. Una di queste opere, chiamata “The Moon”, è nel Palazzo di Vibonati. Questo era un progetto interessante! Questo accadeva a Berlino. Con loro invece ho fatto una mostra a Vienna. Il Cilento è molto romantico e bello, così la mia arte è cambiata!
D: Alcune forme e colori di alcuni tuoi dipinti mi ricordano Kandinsky.
R: Io amo Kandinsky. Sapevi che ha fatto un unico dipinto in nero?! Lo vidi a Stoccarda. Di solito la gente conosce solo i suoi lavori in bianco.

D: Com’è stato crescere in una famiglia con alcuni valori come quelli dell’anarchia nella Germania di quegli anni?
R: Di fronte al quartier generale di Heidelberg? Molto divertente. No, sinceramente, quando ero giovane non ci pensavo al perché andassimo sempre l’inverno a Mosca. Per me era importante perché vedevo mia nonna. Per Natale! Mio nonno morì intorno al 1942, quando era un ufficiale polacco, e mia nonna fu rinchiusa per otto anni nel gulag di Alma-Ata, in Kazakistan. Mia madre fu fortunata! Perché alcuni bambini venivano deportati nei gulag, ma lei riuscì a rimanere a Mosca con alcuni letterati armeni! Poi si spostò dai suoi parenti a Maruples, in Ucraina. Si doveva muovere, perché i bolscevichi erano in agguato, la guerra era vicina. Oltrepassati i Balcani alla volta di Vienna si trasferì nella Germania dell’ovest nel periodo in cui era sotto il controllo degli Stati Uniti. Alla fine è rimasta in Germania come rifugiata politica.
D: Quando e come hai sentito parlare del Cilento per la prima volta?
R: Non sapevo nulla del Cilento prima di venirci, nemmeno di Josè Ortega.

D: Quindi sei venuta ad abitare qui senza sapere dove andassi.
R: No.

D: Scelta coraggiosa.
R: Perché? Penso che la gente dovrebbe iniziare a venire nel Cilento. Qui è come in California. È simile. La gente è amichevole.

D: Forse mancano un po’ le alternative, soprattutto a livello culturale.
R: Vero, ma non puoi portare Venezia nel Cilento, se non ci sono soldi! Puoi portarla se hai l’idea, così diventa semplice trovare persone che investano. Le buone idee vengono sempre ripagate. Ma nel Cilento l’arte deve ancora crescere. Un’altra cosa che amo del Cilento sono i programmi radio, così vicini all’Arabia, e così ho capito la musica napoletana e del sud Italia, che mi ispira sempre.

D: Ascolti anche altri tipi di musica?
R: Per ispirazione sempre. La musica è davvero importante per l’arte. Questi sono alcuni esempi della musica che mi piace: il festival Experimentelle Musik e l'artista Ira Schneider.

D: C’è qualche artista cilentano che preferisci?
R: Andrea Cimmino di Sapri. Sua madre somiglia a Paganini (ride).

http://www.giornaledelcilento.it/it/27-01-2012-dall_unione_sovietica_al_cilento_passando_per_la_germania_l_arte_di_natalia_woytasik_da_kandinsky_alle_quot_corner_picture_quot-10776.html#.VFovGTSG88o

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